lunedì 30 novembre 2015

Il pellegrino naviga

Mi ha mandato un link con una banda popolare che accompagna queste barchette, muy hermosa, mentre noi chi chiediamo dove sia finito il reality sul Monte Bianco! chi lo sa? ahaha!

keep in touch angelica1212.oneminutesite.it

sabato 28 novembre 2015

the pilgrim on the ziggurat



Mauro è nello Yucantan, una penisola del Centro America, parte dello Stato del Guatemala e parte del Messico; ora è a Chichen Itza, ed ha conquistato delle vette un poco alternative nella giornata di ieri: che energia, son così fiera di lui!

venerdì 27 novembre 2015

I saluti del pellegrino Mauro e la storia della tilma de la Virgen de Guadalupe

Mio marito Mauro, nel tanto camminare per il mondo per ringraziare della sua guarigione dal brutto male che lo aveva colpito tre anni fa, ha raggiunto un altro luogo sacro e pregato per tutti noi. 
Ieri come pellegrino ha visitato il Santuario della Virgen de Guadalupe, che conserva la "tilma" su cui nel dicembre 1531 fu impressa l'effigie della Vergine. La tilma era il mantello in tessuto d'agave dell'atzeco Juan Diego, cui apparve la signora sulla collina chiamata di Guadalupe, tra il 9 e il 12 dicembre (l'antico solstizio del calendario Giuliano). Con Lei conversò nella sua lingua natìa e per Lei chiese al vescovo l'edificazione del santuario. L'immagine era la prova che Juan Diego, uomo povero e incolto, portò al prelato per essere ascoltato. Ancora oggi, dopo tantissime verifiche ed esami, non si sa come sia stata prodotta questa immagine. Il mantello è anche noto come la "Sindone" della Madonna, che ha dei tratti meticci - cosa quasi profetica per quei tempi, come a dire che non appartiene ad un popolo ma è Madre di tutti noi - e per la colorazione bruna del viso è chiamata Morena. 
Ciao Mauro azul, buen camino, anzi, ULTREJA!









martedì 24 novembre 2015

Il pellegrino riprende il cammino

ed io lo affiderò alla sua prima ospite, la Virgen de Guadalupe a Ciudad do Mexico!
Il cammino è una strada, e Lei di certo sa dove portano tutte le strade della Terra perché sa come camminare nel Cielo.

giovedì 19 novembre 2015

a proposito di reality sul Monte Bianco...


In questi giorni abbiamo visto le prime puntate del reality in onda su Rai 2 girato sul monte Bianco; mentre veniva registrato mio marito Mauro, il nostro pellegrino, viaggiava ramingo sull'Alta Via n. 2 della Val D'Aosta (la n. 1 l'ha percorsa l'anno scorso) e non si è accorto di nulla. Camminava tutto il giorno, sudava e meditava, ammirando la bellezza delle nostre montagne, solo con sé stesso, tranne per il breve lasso di tempo in cui l'ho raggiunto con la mia amica Renata... e noi eravamo già stanche dopo solo due ore di passeggiata nei boschi. Questo ci dà da pensare riguardo a quanto trasmesso sui programmi tv. Non sta a noi sindacare sulla mancanza di rispetto, sul portare eventi modaioli in vetta, sul far salire inesperti che possano dar adito ad emulazioni. Ma di certo questi signori, più o meno simpatici, più o meno atletici, non hanno a che vedere con quel che intendiamo noi, gli amici del Cai o della Giovane montagna....
Peccato!

venerdì 13 novembre 2015

lunedì 9 novembre 2015

Quante narrazioni sul Cammino....

Quante narrazioni sul Cammino...
anche sul Cammino che dà il nome al pellegrinaggio, per primo, il Camino de Santiago.
Due film. Il più recente "Sei vie per Santiago": «Non c'è un solo modo di vivere, ognuno ha un passo diverso» (Marianna Cappi): è la metafora della vita, non solo la recensione.
Ma è pur vero, fu l'unico consiglio che mi diede un amico che c'era già stato: ognuno ha il suo passo ed è giusto così.
Ne "Il cammino per Santiago", il regista Emilio Estevez dirige suo padre Martin Sheen in una storia toccante: lo abbiamo guardato insieme Mauro nella pausa di una delle sue chemioterapie, ed abbiamo pianto come due fontanelle, pensando a quanto sarebbe stato bello poterlo compiere ma non sapendo nulla di ciò che ci aspettava, e poi... ci siamo riusciti, anzi, lui c'è riuscito, lui che ha già percorso tanti Cammini dopo quello.
«Ogni viaggio inizia con il primo passo» (Lao Tzu). E' così.
Buon cammino a tutti!

giovedì 5 novembre 2015

Una riflessione extra-strong sul pellegrinaggio

«Il pellegrinaggio è un mezzo per raggiungere 
la saggezza e la pace dell’animo 
passando per luoghi e persone». (Herman Hesse)

(il botafumero di Santiago - foto di Mauro Beccaria)
Eccomi qui a riflettere e dalle mie recenti ricerche leggo che (...) i «cammini rivestono un’importanza significativa non solo dal punto di vista storico ma anche per il mondo attuale che spesso rischia di perdere le sue radici, soprattutto per quanto riguarda le giovani generazioni».

Il pellegrinaggio esiste da sempre, ma il significato è cambiato. «Attualmente il paradigma turistico del viaggiare come uno svago fine a se stesso sta arrivando al suo esaurimento, mentre comincia a manifestarsi l’esigenza di intendere il viaggio come una ricerca di significato, di esperienza, che le persone tentano di trovare. L’uomo del nostro tempo, che vive nel “villaggio globale”, non può evitare d’imbattersi nel mistero del dolore, della precarietà. Egli ha bisogno della mediazione del sacro per dare un significato alla propria esistenza».
Diventa un’esperienza globale, perché coinvolge nel corpo e nello spirito; è inoltre un modo per socializzare, per far incontrare le culture, in un periodo in cui si manifesta una contraddizione per certi versi paradossale: (…) l'«affermazione delle differenze è diventata un’esigenza molto più sentita che in passato. Il pellegrinaggio è quindi l’esperienza adatta per chiunque stia cercando una risposta, un senso al proprio vivere quotidiano». Durante il viaggio si impara “linguaggio dell’arte” attraverso le tante basiliche e misericordie e parrocchiali in cui si trova spesso ospitalità; il "linguaggio della natura" che nella sua immediatezza svela il Creatore; il “linguaggio del sudore”, nel camminare in silenzio, lottando con le proprie forze fisiche ed i propri limiti, che è a sua volta un’importante forma di espressione.
La meta è l'incontro con il Santo, cui è dedicato il santuario, la tomba o la custodia di reliquie. Di fronte alla sua umanità, si incontra la sua grandezza. Io stessa ho pianto sulla tomba di S. Thétèse de Lisieux o quella di S. Francesco d'Assisi, ma non di tristezza, bensì di profonda commozione! ho sentito la meraviglia dello Spirito. Loro son vicini a Dio, ci "tirano su". Ci ricordano che siamo in cordata.
«In tal modo il pellegrinaggio diventa un’esperienza di contemplazione, e questa è sicuramente una dimensione che dobbiamo recuperare, che avviene all’interno di una realtà ecclesiale: esso non è una gita né qualcosa da fare da soli, indipendentemente dagli altri, dal momento che si tratta della Chiesa che va alla ricerca dello Sposo: basti pensare ad alcuni brani del Cantico dei Cantici, nei quali viene descritta la sposa che va alla ricerca dell’amato. Il pellegrinaggio fa parte di questo andare incontro al Signore per incontrare il suo volto.
Questo va cercato infine nei fratelli che ci accompagnano lungo il percorso. Perciò quando si partecipa ad un pellegrinaggio non bisogna partire soltanto con la macchina fotografica per catturare delle belle immagini, ma si deve soprattutto cercare di incontrare le persone. I fratelli che troviamo nei posti che andiamo a visitare e coloro che viaggiano insieme a noi sono un piccolo riflesso, una finestra per scorgere il volto dell’Amato che continuamente cerchiamo». 
(Padre Caesar Atuire amm. del. Opera romana pellegrinaggi)

martedì 3 novembre 2015

"e la strada si apre, passo dopo passo"

"ora su questa strada noi, e si spalanca un cielo, un mondo che rinasce..."
Questa un'immagine del deserto del Namib, indimenticabile!

lunedì 2 novembre 2015

matematica, opinioni e... blog

Facendo la somma tra le sue dichiarazioni «proprio non mi riesce di scrivere», «conquistare la vetta è una gioia immensa», «tu lo sai che non son bravo a prendere appunti», «camminare 40 km mi riempie di energia», il risultato è che la "fatica" dello scrivere me la pappo io, ma quella della salita, salvo quelle alla mia portata, se le becca il pellegrino!
:) in fondo non mi posso lamentare.... e se a lui «catturare le immagini appassiona», a me rimangono le parole, i suoni ed pennelli per trasmettere le emozioni!
E così che anni fa è nato questo blog, per condividere con voi e seguire il pellegrino nelle sue peregrinazioni, un toccasana per la sua salute di dentro e di fuori....